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Sindrome di Klinefelter

A cura della prof. Laura Mazzanti e della dr. Emanuela Scarano

Definizione: La sindrome di Klinefelter è un frequente disordine cromosomico, che interessa soggetti di sesso maschile, caratterizzato principalmente da alta statura con arti lunghi  ed infertilità.

Epidemiologia: L'incidenza di questa condizione è stimata pari a circa 1:700 nati vivi di sesso maschile. Tra i soggetti affetti nella popolazione generale, attualmente solo un quarto viene diagnosticato.

Eziologia: E’ causata dalla presenza di un cromosoma X soprannumerario, omogenea (47,XXY) o in mosaico (46,XY/47,XXY).

L’età materna avanzata sembra incrementare solo lievemente il rischio di incidenza di sindrome di Klinefelter. Nel 67% dei casi, il cromosoma soprannumerario è di origine materna, mentre nei restanti casi è di origine paterna.

Segni e sintomi:  La sindrome di Klinefelter è la causa più frequente di ipogonadismo primario nei maschi e pertanto, solitamente viene diagnosticata in epoca puberale. In epoca prepuberale la presenza di criptorchidismo può essere il primo segno di sospetto. Oggi molto spesso la diagnosi viene posta nel prenatale con villo o amniocentesi.

Nei soggetti affetti, la maturazione puberale inizia ad una adeguata età cronologica; a sviluppo ultimato presentano un pene di dimensioni normali, ma testicoli di dimensioni variamente ridotte con conseguente insufficienza gonadica primaria, produzione inadeguata di testosterone ed aumento compensatorio dei valori di gonadotropine. La maggioranza dei pazienti pertanto non è fertile.

La ginecomastia è una caratteristica frequentemente associata alla sindrome di Klinefelter e può essere permanente, mentre nella popolazione generale può presentarsi transitoriamente in epoca adolescenziale.

Altre caratteristiche riscontrate sono: assenza o scarsa presenza di barba e peli, tono acuto della voce, forza fisica minore rispetto ai coetanei (soprattutto in epoca adolescenziale), riduzione della larghezza delle spalle, obesità a prevalente disposizione ginoide, altezza finale maggiore rispetto ai parenti di sesso maschile, con una sproporzione tra la lunghezza degli arti e quella del tronco (arti proporzionalmente più lunghi), frequente scoliosi. La crescita staturale appare aumentata soprattutto durante la media infanzia.

Può essere presente un rischio lievemente aumentato di sviluppare patologie autoimmuni (diabete mellito insulino-dipendente, tiroidite autoimmune, LES). Alla ginecomastia si può associare un’ aumentata incidenza di neoplasie mammarie pari a circa 50 volte il rischio dei maschi 46,XY. L'osteoporosi è comune nei soggetti che non hanno  eseguito terapia sostitutiva con testosterone.

I soggetti con sindrome di Klinefelter possono manifestare qualche difficoltà nell'acquisizione del linguaggio, della lettura e della scrittura con possibilità, se non riconosciute ed adeguatamente trattate, di insuccessi scolastici. È inoltre lievemente più frequente il riscontro di problemi comportamentali, rispetto alla popolazione generale.

Nelle varianti a mosaico 46,XY/47,XXY il fenotipo è in genere più lieve.

Test diagnostici: La diagnosi clinica può essere confermata mediante l’indagine citogenetica, che può dimostrare la presenza di un cromosoma X soprannumerario (47,XXY).

Terapia: Non è disponibile una terapia risolutiva del quadro clinico.

Per la carenza di testosterone è indicata dall’età puberale una supplementazione con testosterone (per via intramuscolare o trans dermica), che determina  la normale comparsa dei caratteri sessuali secondari e favorisce lo sviluppo di proporzioni corporee di tipo maschile.

In caso di ginecomastia significativa, che si verifica generalmente solo nel 10% dei casi, può essere indicata la terapia chirurgica.

Per una corretta valutazione della fertilità è indicata una consulenza presso centri specializzati e può essere prevista una procedura di prelievo e crioconservazione degli spermatogoni dal testicolo, per poi procedere in età adulta eventualmente ad una fertilizzazione in vitro.

In caso di difficoltà nell'acquisizione del linguaggio, può essere utile l'impostazione di uno specifico programma educativo; in caso di scoliosi è indicata una consulenza specialistica ortopedica per valutare eventuali interventi correttivi.

La consulenza genetica è utile per i pazienti affetti e per i familiari.